Il legame Fraterno

Il Legame Fraterno

La famiglia è l’unità indispensabile di ogni organizzazione sociale, dà forma, cornice e colore agli individui, che vi appartengono. Ha un significato dinamico e funziona con il riconoscimento delle differenze individuali e di ruoli tra i suoi componenti.  Da sempre, la famiglia riveste una funzione fondamentale nella trasmissione culturale di valori, abilità, credenze, motivazioni, durante tutto il ciclo vitale dell’individuo. Ha il compito sociale e psichico ed in particolare un rapporto con l’identità di genere, la procreazione, la regolamentazione della sessualità, della paternità e di diritti ad essa connessi; essa inoltre regola il passaggio alla condizione adulta e veicola non solo le norme sociali ma anche quelle emotive (Minuchin, 1976).

Con lo scorrere dei secoli In Europa, abbiamo assistito, all’estendere e allo scomparire di diversi tipi di famiglie. Siamo passati dalle famiglie allargate, multiple e complesse; alle famiglie nucleari dove si registra la presenza di un solo figlio.

Il fenomeno si complica ancor più, quando si parla di famiglie ricostruite[1], dove è frequente la presenza di fratelli senza alcun legame di sangue.

A fronte di questa situazione nasce un interrogativo: con quale caratteristiche si presenta oggi il legame fraterno?

La relazione fraterna è un vincolo, cioè un legame di dipendenza e di connessione dei figli-fratelli, che inizia con la nascita e dura tutto l’arco della vita.

Il rapporto tra fratelli e sorelle, in più, permette di vivere parallelamente i rapporti familiari. Ciò implica la possibilità di confrontarsi e competere, oltre che l’opportunità di divertirsi e svolgere attività insieme. Comporta, inoltre, la possibilità di stringere alleanze e misurarsi con la generazione dei genitori. Dunque, la presenza di fratelli e sorelle crea ampi spazi di libertà e moltiplica la rete di rapporti familiari.

Non è detto però, che il  rapporto tra fratelli debba essere sempre di collaborazione, solidarietà e di sostegno reciproco, talvolta il legame fraterno si istaura su rapporti di competitività, sfida e odio[2].  Spesso conosciamo fratelli che di famigliare sembrano non avere niente e ci rendiamo conto che, pur crescendo nella stessa famiglia si sono differenziati creando un rapporto unico ed irripetibile con i propri genitori rispetto alle proprie peculiarità.

Ciò  che accomuna i fratelli è «l’incastro di coppia coniugale genitoriale»[3], ossia la relazione dei patner con la famiglia di origine, che assume una funzione fondamentale di mediazione per ciò che concerne il modo con cui viene trattato tutto quello che passa tra le generazioni. Difatti, avvenimenti quali malattie, lutti, disoccupazione, che provano duramente la famiglia, sono comunque gestiti mediante la relazione coniugale-genitoriale.

I fratelli sono, così,  i testimoni del legame familiare messo alla prova, quotidianamente, da eventi difficili da superare (E. Scambini, 2000).

In relazione all’età evoluta, il tema dei fratelli  si sviluppa lungo tutto l’arco di vita. Per i bambini avere dei fratelli in casa è un vero «laboratorio sociale»[4], ciò implica l’occasione nella quale il bambino, ha modo di scoprire vari tipi di relazioni interpersonali che si ritroverà, poi, a vivere da adulto. Vale la pena ricordare in primo luogo, lo sviluppo delle capacità di cooperazione: tra fratelli le attività spontanee di collaborazione sono naturali e scontate. In tal modo, il bambino impara più facilmente a prendere in considerazione il punto di vista degli altri, a superare il proprio egocentrismo, a portare aiuto ad altri quando sono in difficoltà.

Altrettanto importanti sono tutte le attività che riguardano la competizione e la negoziazione. Vivere con gli altri significa anche saper affrontare le diversità e saper gestire i contrasti. Fratelli e sorelle costituiscono un allenamento alla vita anche in questa prospettiva, in quanto devono imparare a comportarsi con giustizia e a superare eventuali conflitti.

Tutti questi apprendimenti risultano più difficili e più rallentati per i figli unici, poiché essi devono sopperire a queste carenze in famiglia con esperienze fatte in ambito scolastico.

I figli unici sviluppano precocemente un modello di adattamento al mondo degli adulti, allo stesso tempo manifestano difficoltà nello sviluppo dell’autonomia e dell’abilità di condividere, cooperare e competere con gli altri.

Nell’ età adulta il legame fraterno diviene ancora più importante, in quanto la consapevolezza dell’esistenza dei fratelli costituisce una possibilità di certezza[5]. Con il fratello adulto si condivide l’esperienza dell’accudimento dei genitori anziani e si esperiscono emozioni nuove.

In conclusione, possiamo affermare, che il legame fraterno è una risorsa di ciascuna famiglia. In particolare, è un potenziale mezzo di conoscenza della famiglia stessa, al quale spesso, molti terapeuti familiari ricorrono per districare e rendere più semplici il complesso sistema familiare.

Bibliografia:

Cicirelli V., “Siblings as caregivers for impaired elders”,in Scambini E., Cigoli V.,“Il famigliare. Legami, Simboli, e Tradizioni”, p.33

Corman L., “Psicopatologia della rivalità fraterna”, Astrolabio, Roma, 1971.

Minuchin S., “ Famiglie e terapie della famiglia”, Astrolabio, Roma, 1976.

Scambini E., Cigoli V., “Il famigliare. Legami, Simboli, e Tradizioni”, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2000.


[1] La struttura di queste famiglie è molto complessa, in quanto all’origine c’è una separazione (morte o divorzio). Il fatto che nasca dallo spegnersi di un rapporto precedente,  rende delicato il ruolo del terzo coniuge. Queste famiglie vivono un presente e progettano un futuro ma hanno un passato assai complicato. Cfr. Minuchin S., “ Famiglie e terapie della famiglia”, Astrolabio, Roma, 1976.

[2] Corman L., “Psicopatologia della rivalità fraterna”, Astrolabio, Roma, 1971.

[3] Cfr. Scambini E., Cigoli V., “Il famigliare. Legami, Simboli, e Tradizioni”, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2000

[4] Cfr. Minuchin S., “ Famiglie e terapie della famiglia”, Astrolabio, Roma, 1976.

[5] Cfr. Cicirelli V., “Siblings as caregivers for impaired elders”,in Scambini E., Cigoli V.,“Il famigliare. Legami, Simboli, e Tradizioni”p.33