Sindrome di Asperger : definizione e criteri diagnostici

Solo dopo un anno, da quando  Leo Kanner nel lontano 1943 descrisse per primo la sindrome Autistica,   Hans Asperger trattò una patologia simile ma non uguale:  il Disturbo di Asperger.  La descrizione di Asperger si differenziava però da quella di Kanner, in quanto il linguaggio era in ritardo in modo meno frequente, i deficit di tipo motorio erano più comuni, l’inizio della manifestazione del disturbo si presentava più tardi, e tutti i casi iniziali descritti riguardavano solo il sesso maschile. Inoltre, Asperger suggeriva che era possibile osservare alcuni problemi simili anche in altri membri della famiglia, e particolarmente nei padri.  Per molti anni, questa sindrome è rimasta fondamentalmente sconosciuta nella letteratura inglese. Uno sguardo retrospettivo e una serie di analisi di casi realizzati da Lorna Wing nel 1981, aumentarono poi l’interesse per questa condizione, determinando un uso sempre maggiore di questo termine nella pratica clinica e un continuo aumento del numero di rapporti di casi e di studi di ricerca. Le caratteristiche cliniche della sindrome descritte abitualmente includono: a) scarsezza di empatia; b) interazione sociale unilaterale, inappropriata e senza malizia, poca abilità di formare delle amicizie e conseguente isolamento sociale; c) linguaggio monotono e pedante; d) scarsa comunicazione non verbale; e) profondo interesse in tematiche circoscritte come il tempo, i fatti di trasmissioni televisive, gli orari ferroviari o le carte geografiche che, memorizzate in modo meccanico, riflettono poca comprensione conferendo inoltre un’impressione di eccentricità; f) movimenti goffi, maldestri e posture bizzarre.
Nonostante Asperger avesse originariamente descritto la presenza di questa condizione unicamente in persone di sesso maschile, attualmente vi sono pure casi di persone di sesso femminile con questa sindrome[i].
Inoltre, da recenti studi, risulta che la maggior parte dei bambini affetti da questa condizione si situano nei normali parametri di intelligenza; pertanto  sono state constatate molte similitudini con l’autismo senza ritardo mentale denominato “High Functioning Autism”[ii]. L’apparente inizio della condizione, o perlomeno la presa di coscienza di essa, ha luogo probabilmente un po’ più tardi dell’autismo. È possibile che ciò sia dovuto al fatto che le proprietà di linguaggio e le abilità cognitive sono migliori. La condizione tende ad essere molto stabile nel tempo e le più alte capacità intellettive osservate suggeriscono, a lungo temine, un miglior esito di quanto tipicamente osservato nell’autismo.
Per quanto concerne tale Sindrome , il DSM-IV-TR evidenzia compromissione qualitativa nelle interazioni sociali manifestate da almeno due delle seguenti condizioni:
a)   Accentuate difficoltà nell’espressione di diversi comportamenti non verbali, come
guardarsi negli occhi, espressioni facciali, postura, gesticolazione come parte dell’interazione sociale;
b)      Difficoltà nello stabilire relazioni paritetiche appropriate allo stadio di sviluppo;
c)      Mancanza di una spontanea ricerca di condividere gioie, interessi o conquiste con gli altri (ad esempio difficoltà nel mostrare, portare o indicare oggetti di interesse);
d)     Mancanza di reciprocità sociale o emotiva
Modalità di comportamenti, interessi e attività limitati, ripetitivi o stereotipati, manifestati da almeno una delle seguenti condizioni:
a)      Fissazione onnicomprensiva per uno o più comportamenti stereotipati e limitati che
risulta abnorme in quanto ad intensità o a livello di attenzione;
b)      Adesione apparentemente inflessibile a specifiche routine o rituali senza motivo;
c)      Tic o comportamenti motori compulsivi e ripetitivi (ad esempio contorsione o
agitazione delle mani/delle dita oppure movimenti corporei complessi);
d)     Fissazione persistente su parti di oggetti
Il disturbo causa difficoltà clinicamente significative a livello sociale, occupazionale o di altre importanti aree funzionali.
Non si nota nessun generale ritardo clinicamente significativo nella sfera del linguaggio (ad
esempio, parole singole usate entro i due anni d’età, espressioni complete usate entro i tre anni d’età).
Non si nota nessun ritardo clinicamente significativo nello sviluppo cognitivo o nello sviluppo di abilità di autosufficienza appropriate all’età, né ve ne sono nei comportamenti adattivi (tranne l’interazione sociale) o per quanto concerne la curiosità verso il mondo esterno durante l’infanzia.
Non si ravvisano gli estremi di altri Disturbi Pervasivi dello Sviluppo né di Schizofrenia.


[i] I maschi hanno comunque molta più probabilità di esserne affetti

[ii] Cfr.  Sindrome di Asperger e autismo high-functioning – Diagnosi e interventi (2006) ; (a cura di) Eric Schopler, Gary B. Mesibov e Linda J. Kunce; Erickson- Trento.